TEXAS, U.S.A. - Voci dal Braccio della Morte

          Ultimo aggiornamento: 22/10/2008
   

IN MEMORIA DI DUSTY

(di: Robert West n° 731)

Avevo pensato che l'ultimo vero profondo dolore che avrei sentito fosse stato quando lo stato uccise Johnny Garrett "Cowboy", e cio' fu leggermente confermato con le 37 esecuzioni che seguirono. Poi venne la numero 38. La mia assenza di dolore non derivava dal fatto che non li conoscevo o mi importava poco, perche' ne conoscevo molti e tenevo ad alcuni, ma veniva dal mio chiudermi in me stesso avendo realizzato che provare preoccupazione e compassione all' interno di questo sistema e’ come giocare con il fuoco, ed ero stanco di bruciarmi. Questo posto non e' a nessun livello portatore di cose di natura positiva, non te la insegnano, non la incoraggiano, non danno un accidente per essa, cosi' ho dovuto adattarmi alle mie condizioni e fermare quell’impulso in me di preoccuparmi. Bene, alla fine pensavo di avercela fatta.

Naturalmente non tenevo conto delle persone fuori da qui, come la mia Mamma, l'unico legame di sangue che avevo prima che morisse nel settembre del '93. Mentre guardavo una partita di calcio alla tv e parlavo con il mio amico Dusty di come quei Dallas Cowboys si stavano facendo prendere in giro da quelli dei Buffalo Bills (stagione regolare naturalmente), il cappellano entro' nella mia cella. Allora capii che era arrivata la sua ora, perche' ne’ lui ne' nessuno degli altri buffoni di Dio qui è mai venuto a vedermi, ne’ mi permisero di occuparmi dei servizi in Chiesa. Io piansi come un bambino quando il cappellano se ne ando' ed il mio amico Dusty era la' per parlare, e stavo troppo male perche' lui e mia Madre si scrivevano e mia Madre spesso mi chiedeva: "Cosa sta facendo Warren? Assicurati che riceva qualche dolcetto e le sigarette dal commissario". Lui aveva quel modo di fare con se stesso, vedi, quel sorriso, quella natura. Mia Madre non aveva simpatia per gli estranei, specialmente quelli che io mi portavo a casa, perche' 9 volte su dieci sbagliavo a giudicare il carattere. Ma a lei piaceva parecchio e cio' indica che qualche volta ho ragione.

Piansi per giorni quando lei mori', piansi per averla persa e piansi per cio' che moriva di lei dentro di me. Io piansi cosi' anche lunedi', quando il mio amico Dusty torno' dalla visita di un intero giorno a Jessica ed alla sua famiglia. Come mia Madre io voglio bene a Jessica, e come mia madre Jessica scriveva, faceva visita e amava il mio amico Dusty. Vedete, aveva quel suo modo di fare. Essi lo lasciarono tornare al blocco, cosi' pote' incontrare pochi amici e dire addio. Io non pensavo di balbettare come uno scolaretto, ma dal momento in cui mi racconto' di come era andata la visita e disse "12 anni sono molto tempo, amico" io tirai fuori un mezzo "yeah" e andai. Fortunatamente fui in grado di scrivergli a macchina una piccola nota da portare con se', un tentativo di dirgli cio' che non avevo potuto durante l'ultimo addio, e quel molto che io dividero' con voi qui alla fine di cio'.

Qualche volta le parole sminuiscono il momento, riducono l'espressione dei sentimenti che si hanno dentro e falliscono nel tentativo di dipingere la necessaria visione negli occhi della mente di una persona. Momenti di silenzio, seduti con se stessi ad ascoltare i propri sentimenti, pensando, cercando di rimettere a fuoco, cercando con ogni fibra del tuo essere di capire il come e il perche'. Riflettendo, ricordando, cercando di raccogliere quella forza interiore, non volendo ma sapendo di dover andare avanti, raccogliendo tutti i pezzi e facendo il meglio che puoi con quel poco che ti e' rimasto dentro.

Per tutto il tempo aspettare la magia e guarire dal panico, fermare i pensieri folli, far si' che le cose sembrino normali in questo asilo distorto, almeno fino a quando loro torneranno un’altra volta a uccidere nel mezzo della notte un amico, un fratello, un figlio, un uomo di cui non sanno nulla, un uomo che manchera' a molti che mai lo dimenticheranno. Dalle corti e dalla gente del Texas e' stato condannato a morire. Dal sistema e' stato condannato a vivere per piu' di un decennio in una cella accanto a me. Un decennio e' tanto, tanto tempo, ed il 22/11/94 decisero che era abbastanza, abbastanza tempo, abbastanza vita. E ora, con voi, io divido tutto cio' che e' rimasto nei ricordi, il lungo, lungo silenzio che ora viene da cio' che era e sempre sara' il mio amico.

Dust- In nessun modo ci sarà mai abbastanza tempo per dire le cose, perche' la vita e' troppo breve per vederle tutte, cosi' qui in questa pagina dove tutto e' possibile, ti tengo tra le mie braccia e continuero' nello stesso modo in cui ti accogliero' sempre nel mio cuore e nei miei pensieri. Si, io sono bravo in queste sentimentali stupidaggini su carta, e' solo alla vista dei loro occhi che divento impacciato e mentre la mia difesa è alzata essi non lo vedranno, ma quando si abbassera' e io staro' nascosto alla folla la' fuori, io siedero' e pensero' e sentiro' e ricordero'. Ricordero' sempre. Nulla si potra' dire che e' passato. Faro' un passo oltre la difesa, con occhi tersi e mani aperte mio caro fratello, Dio non ci avrebbe fatto attraversare una cosi' orribile scena se non fosse per imparare e crescere e portare con noi la conoscenza di cui avremo bisogno nella prossima scena, soltanto sicuri che l'odio stia qui con quegli ignoranti, perche' non ci puo' essere crescita con quel peso sulle spalle.

Stai bene, abbi cura di te, sai di essere amato e sentiti abbracciato.

P.S. Non dimenticare di inviare il mio amore a Cowboy e a Grenny.

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